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Mauro Covacich
Lana
La storia che dovrei raccontarvi questa sera è davvero troppo lunga. D’accordo, siete seduti al calduccio e non avete nessuna fretta, il gelo che vi aspetta fuori non è certo un’alternativa migliore, ma la mia storia non può srotolarsi in un paio d’ore. Poco da fare, dovrò concentrarmi sul finale. Ecco, vi racconterò il finale. Domenica. Un minuscolo paese dell’altipiano carsico. Legna accatastata su un carro, pronta per il lavoro dell’indomani. Tutto intorno, ceppi ancora freschi di amputazione, infissi nell’umidità, nella nebbiolina del mattino. Cinque tizi ci hanno dato dentro fino al tramonto di ieri, con le loro accette. Lì – laggiù – le seghe a motore non si usano ancora, sembra di essere nel medioevo. La villetta che confina col bosco ha i muri di cinta alti, venati di verde. Sopra, il cielo immobile dei primi di dicembre. Dentro, informi macchie rosa sulla neve bagnata. Lana si aggira per il giardino, guarda gli oleandri, li annusa uno a uno. Controlla che non ci siano altre sorprese. La sua è una ricognizione più che una passeggiata. A vederla così presa nella parte, però, nessuno negherebbe che si tratta proprio di una perfetta padrona di casa. Anche il modo in cui tiene d'occhio il lavoro di Piero, quel modo discreto di osservare la buca, le ossa e le badilate di Piero ispezionando intanto gli odori del giardino, è il segno di uno stile maturo, da vera signora, capace di nascondere le incertezze e il sollievo per lo scampato pericolo. La sepoltura di quelle ossa sembra non la riguardi veramente. Ora, ditemelo, subito: la vedete, Lana? No, non mentite. Perché se è vero che la vedete, non dovreste annuire così alle mie sciocchezze. Vi sembra una vera signora una che cammina nuda in mezzo alla neve? E poi, osservate con attenzione, si capisce subito che quelle ossa la riguardano eccome. Il punto è, cosa farà Piero dopo l'ultimo colpo di badile? Come si comporterà con lei, adesso? [...] pubblicato in Comunicare 5/2005 |