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Antonella Cilento
Occhi a maggio
Le anime morte hanno gli occhi aperti anche di notte. Guardano i pini a ombrello lungo l’autostrada colorati di nero e sospirano. La vita passa, io passo e nessuno se ne accorge, sembrano dire. Né i pini, né coloro che ho amato, neanche i corvi che stasera volano bassi sulle strisce gialle della corsia d’emergenza. Sul parabrezza, ogni tanto, scivolano calici di fiori che la pioggia ha fatto cadere stanotte. I temporali sono improvvisi a maggio. Tutto questo e anche altro raccontano le anime morte. Ad esempio, che Giacomo è partito ed ha lasciato sola Simona, come succede ogni mese. Simona detesta le partenze, specie quelle improvvise. Ma anche queste annunciate, questi viaggi che scoppiano di colpo anche se si sapeva da mesi la data e il numero del volo, la fanno star male. Mentre sfreccia sull’autostrada l’aereoporto è quasi scomparso alle sue spalle. Guida a fatica. Fra mezz’ora sarà a Napoli e fra tre quarti d’ora Giacomo sarà a Torino. Ci saranno i negozi di sempre, le serrande abbassate della domenica sera, le vetrine coi neon e i videostores con le insegne lampeggianti. E ci sarà questo vuoto, improvviso, quest’assenza di condivisione, senza motivi. Sarà come un piccolo lutto, sussurrano le anime morte, che la sanno lunga e spesso parlano a Simona. Domani Simona vedrà Alice che le massaggerà con gli indici le palpebre e le dirà, come sempre: - Hai gli occhi chiusi E non perché, con ogni evidenza, Simona sarà stesa su un lettino, rilassata e con le palpebre abbassate, ma per ripeterle, ancora una volta, che non sa vedere, o dimentica di osservare, la bellezza del creato. Mentre le tira le ossa delle spalle e le stira le gambe Alice le dirà, con parole gentili, che non è il mondo a mutare e che le fonti della vita non sono esaurite, come Simona spesso ripete in questi giorni, ma sono i suoi occhi a restare bassi, a restare chiusi. [...] pubblicato in Comunicare 5/2005 |